Ho sognato un’Italia da incubo…

Ho sognato con estremo terrore che veniva tolto il pareggio di bilancio e venivano date pene dure per il falso in bilancio, veniva indurito il 41-bis e veniva istituito il reato di “mafia politica”; venivano cambiate le procedure per gli appalti e i concorsi. Chi danneggiava lo Stato, dall’imbrattamento dei beni comuni al peculato, subiva pene severissime; che le fatture degli istituiti pubblici dovevano essere messe alla mercé di tutti sui siti internet dello Stato.

Ho sognato con vero spavento che venivano annullati i contratti a termine, abolito lo stagismo e che lo Stato non creava un praticantato gratuito ma difendeva e dava dignità al lavoro e ai lavoratori difendendoli e assistendoli; che le aziende venivano incentivate non sulla base di numeri e percentuali, ma su base umane e di rispetto dei lavoratori; che la Sanità non era più ostaggio della politica; veniva abolita la prescrizione; che lo stipendio base del contratto nazionale veniva comparato rispettosamente al compenso del Presidente della Repubblica e che venivano messi tetti a super-pensioni e super-stipendi esorbitanti, che veniva ripristinato un dignitoso impiego pubblico a contrasto della privatizzazione selvaggia e insensata, che le pensione minime potevano essere anche dignitose.

Ho sognato tutto sudato che venivano nazionalizzate le aziende che hanno a che fare con i beni di tutti; che il trasporto pubblico diventava gratuito, che le incompiute per decreto venivano destinate a case popolari; che venivano aboliti alcuni partiti anticostituzionali e violenti, e che si finanziavano sotto il severo controllo dello Stato; che i mafiosi non potessero più fare politica; che esisteva una legge elettorale che garantisse la democrazia con tanto di preferenze e che lo Stato con l’efficienza degli uffici del lavoro garantiva lavoro ai giovani onesti!

Ero atterrito, sognavo che la scuola era obbligatoria fino a 18 anni, gratuita sempre (anche con alloggi gratuiti sempre) e dava formazione educativa e culturale e non da operaio perché bastava un corso di formazione in azienda per quello – così dicevano – , veniva applicato il metodo Montessori e per un tot di materie obbligatorie ce n’erano altrettante a scelta, ma niente materie che non davano cultura. La disoccupazione non era indotta per favorire il clientelismo!

Mi sono svegliato in preda al terrore pensando che avevo sognato il disarmo militare e l’impiego di soldati per catastrofi naturali come terremoto, alluvione, frane…

Era terribile vedere tutte le strade senza immondizia e buche! E quanti arresti di uomini in cravatta, arresti, arresti, arresti… Ma per fortuna mi sono sveglia e nulla di tutto questo era vero.

L’Italia è ancora il Paese più bello del mondo!

Jim Tatano

I libri e le copertine hanno vite separate

Alla veneranda età di 33 anni ho letto Il giro del mondo in ottanta giorni di Jules Verne – sì, per la serie non è mai troppo tardi, ed è pure bello arrivarci dopo. Avevo già letto con molto piacere altri classici dell’autore francese e anche questo non ha disatteso le mie aspettative. Ma tra le diverse riflessioni, una, fuori contesto, mi ha colpito: perché tutte le copertine in circolazione di questo libro portano l’immagine di una mongolfiera? Perfino nell’immaginario collettivo questo classico si associa al pallone volante. Ebbene, ribaltiamo le nostre certezze: i protagonisti e nessun altro personaggio usano questo mezzo di trasporto, anzi alla fine del libro, proprio alle ultime righe, Verne, come in preda a una premonizione, scrive: «A tal fine [Phileas Fogg] aveva impiegato tutti i mezzi di trasporto: piroscafi, treni, carrozze, yacht, navi mercantili, slitte, elefanti.» Ma non mongolfiere.
Questo perché la copertina può seguire logiche diverse dal testo e restare credibile, perfino indissolubile a tal punto da trovare un ruolo fisso e libero dal contenuto letterario.

Jim Tatano